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Spazi Infiniti

  • Silvia
  • 23 mar 2020
  • Tempo di lettura: 7 min

Dedicato a tutte le persone che sono al Servizio.

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Giornate strane, momenti difficili, Giorgia presa dai turni estenuanti in ospedale vive momenti di tensione. Davanti ai suoi occhi si fa buio, si appisola su di una sedia con il capo poggiato sul tavolo dell’infermeria. Campanelli, telefoni, tutto squilla, anche la voce di chi chiede un aiuto.

Arriva la Capo Reparto con gli aggiornamenti del paziente letto 23, almeno speriamo gli porti bene e guarisca presto!

Questo virus occupa non solo corpi, ma menti, pensieri ossessivi che si susseguono con l’avvicendarsi dei fatti sempre più preoccupanti.

Stanca, sfinita, non vede l’ora che arrivi il cambio turno, anche se sarà reperibile 24 ore su 24, per stare un po’ tranquilla a casa sua.

Finalmente può uscire. Per strada poche anime in giro, questa è la cosa migliore per tutti, continuano a ripeterlo, ma in tanti non capiscono.

Sul grande raccordo anulare, sulla via di casa incontra qualche macchina, forse qualcun altro come lei che va o torna dal lavoro o fuori per necessità. Necessità, queste situazioni ti fanno rivedere per bene quali sono le necessità, le vere!

Viaggia velocemente dritta verso casa. Molte luci sono ancora accese. E’ quasi notte, ma in molti sono svegli. Stando a casa il tempo non passa mai, il ciclo sonno-veglia perde un po’ il suo ritmo, tutto è alterato, tutti sono strani!

Giorgia sa quanto è prezioso e raro questo momento per lei, tutto per lei. E’ preziosa la sua vita, con il rischio che corre ogni giorno stando vicina ai malati. Lei questo l’ha scelto, insieme a tanti altri suoi colleghi. Forse oggi quell’applauso delle 12.00 lo sente un po’ più suo.

Fuori della porta lascia le sue scarpe da “battaglia”, entra ed indossa le sue comode pantofole, tutte belle colorate.

Lancia le chiavi nella ciotola porta oggetti e giacca, mascherina, guanti…via!

Alleggerita dai “pesanti” accessori, va in cucina e mette l’acqua sul fuoco per prepararsi una buona tisana relax.

Un po’ di pace, uno sbadiglio rumoroso le annuncia il sonno in arrivo. Ha voglia di stare un po’ lì, con i suoi pensieri, che in questi giorni hanno perso la priorità su tutto, prima di andare a dormire.

Sorseggia la tisana sulla sua poltrona preferita ed i pensieri le scorrono davanti come i sottotitoli di un film.

Qualche mese fa pensava di cambiare il mondo, a cominciare dal suo piccolo mondo, il suo lavoro, le sue amicizie. Era stufa di tutto e non sapeva da dove iniziare.

Ripensa con malinconia agli spensierati anni dell’infanzia, dove l’unico impegno erano i compiti della scuola.

Oggi i compiti della vita sono sicuramente più complicati!

Continua a pensare ad un bel viaggio, sicuramente le avrebbe fatto bene staccare la spina, ma in un momento come questo?


Tutto passa in secondo piano, tutto è fermo, tutti sono fermi. Questa realtà è soffocante e ti stringe in una morsa che ti rende impotente.

Perché così? Perché in questo momento? C’è qualcosa che mi sfugge. C’è un senso molto più ampio. Tanta sofferenza, tristezza, dolore dove portano? Al camposanto! (sogghigna tra sé e sé). La vita è a volte tragico-comica. La gente canta, suona, affacciata al balcone di casa, se ce l’ha e sembra ritrovare quel barlume di gioia che per un po’ placa la paura.

Adesso l’unico viaggio che possiamo fare è un bel viaggio dentro di noi. C’è un po’ più di tempo per andare alla ricerca di sé stessi, riflettere su quello che abbiamo, su ciò che non ci serve più.

Una pulizia, gratitudine, perdono, cosa?

Capire le proprie necessità, i propri bisogni, gli ideali, i progetti, le passioni, le proprie fragilità, la propria forza!

Trovare quella creatività, quegli stimoli, quelle energie sepolte dentro di noi, per spingerci anche a fare un salto nel buio, nella percezione più profonda del nostro animo.


Giorgia è stanca di compromessi, ipocrisia, sensi di colpa, paure, ansie, che non vuole più abbracciare, ma trasformare, lasciandosi alle spalle un fardello pesante come quello del suo passato.

Ora è lì pronta a cogliere ogni attimo presente della sua vita, con la voglia di sorridere anche nelle situazioni peggiori, perché ogni esperienza non ha mai una sola faccia.

Vuole essere sé stessa, la vera sé stessa, serenamente, lasciarsi andare, seguire la corrente e comunque scegliere di vivere!

E’ consapevole che la vita è fatta di responsabilità, ma necessita anche di gioia, come quella vissuta nella spensieratezza dei fanciulli.

Tornare bambini, quello sì lascerebbe riaffiorare il meglio di noi!

Giorgia sorride, socchiude gli occhi. La tisana calda le regala quel tepore che le fa bene, la conforta, come un caldo abbraccio, che al tempo del corona scarseggia assai!

Passano pochi attimi e come d’incanto, il suo sguardo cattura immagini nuove, così reali da lasciarsi rapire.

Morbide dune di sabbia sfumate di rosso, alternate a tinte di giallo, beige, colori intensi, caldi, con qualche arbusto di acacia che aggiunge il suo tocco di verde al quadro incorniciato dall’azzurro del cielo.

Uno spazio infinito davanti ai suoi occhi, un silenzio imperturbabile padrone della situazione, unico rumore il fruscio quasi impercettibile del vento tra le poche foglie rimaste.

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Strano, non prova paura, lei così minuta, sola, in uno spazio tanto grande, con una quiete che non ricordava potesse più esistere.

C’è una pace incontaminata, che le viene voglia di cantare, una voglia che le nasce dal cuore, per celebrare quel momento così magico.

Capita assai di rado di sentirsi così, in contatto solo con il proprio essere.


Siamo proprio unici, speciali, forti – riflette Giorgia- e ce ne rendiamo conto solo in rari momenti, quando abbandoniamo il nostro controllo e non pretendiamo di essere sempre così perfetti!


Le sue gambe le dicono di andare avanti in una certa direzione, alle spalle del sole, che ormai accenna a tramontare.

Sembra che intorno a lei non ci sia anima viva, quando improvvisamente avverte alcune risate.

Meraviglia tra le meraviglie, dal nulla appaiono alcuni bambini che giocano a rincorrersi e rotolano divertiti sulla calda sabbia.

Sono dei piccoli bimbi del deserto, dei baby-beduini, con i loro occhioni neri, profondi, magnetici. I loro capelli sono imbionditi dal forte sole ogni giorno, la loro pelle è scura, seccata dal vento ed hanno un sorriso così genuino e amichevole.

La circondano con un grande girotondo e Giorgia incredula, ma estasiata, ride con loro, sì con i fanciulli!

Le sembra di tornare indietro nel tempo quando ancora bambina giocava con i suoi amici, ma quanti anni erano passati dall’ultima volta che aveva giocato?


Come si possono spendere tanti anni a preoccuparsi, rattristarsi, dannarsi, con arrovellanti problemi, dimenticandosi di giocare, danzare? Forse buttandola un po’ più sul gioco, con un pizzico di ironia, sarebbe passato tutto, ugualmente, ma con un po’ più di leggerezza.

Ci lasciamo travolgere, tirar giù dai mulinelli spesso creati dalla nostra mente, quante paure insormontabili e poi inutili. Le critiche degli altri, i giudizi, che poi alla fine, i giudici peggiori siamo noi stessi.

Si sa nella vita capita di tutto, non bisogna essere degli idioti per far finta che nulla accada! Questa è la nostra esperienza, la nostra opportunità, va colta al meglio. Si sceglie e se non scegliamo noi, lo fa qualcun altro al posto nostro.

Il vero trucco sta nello sguardo che si dà alla vita…se si sceglie di vedere il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto!


Lei guarda quei bambini, la gioia che esprimono attraverso ogni loro gesto, ogni parola, ogni sguardo, così tanto intensi che allargano il cuore.

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Giorgia ascolta il suo battito, il suo ritmo. Sente il cuore esplodere, espandersi al di là della gabbia toracica, come un suole infuocato che sprigiona gocce dorate. La felicità che i bambini le trasmettono, non lascia spazio alle parole.

La loro ricchezza non è in ciò che indossano, ma in quello che gli appartiene più profondamente, dentro di loro un tesoro viene alla luce, come un canto armonioso.

E’ un messaggio che Giorgia riconosce, le suona familiare. Quel tesoro che da bimba sapeva di avere, quando parlava con la sua nonnina andata in cielo così presto.

Le sussurrava: “Non temere piccola mia, dentro di te c’è un tesoro che vale tanto, molto di più di ogni altra cosa e non ti abbandonerà mai, non dimenticarlo!”

Invece l’aveva dimenticato e solo quei piccoli fanciulli avevano, con il loro entusiasmo, intaccato la sua fragile corazza. Sempre pronta a difenderla dal suo dolore, dalla paura del mondo intero, ma anche da qualsiasi possibile forma d’amore!

Quando chiudiamo le porte del nostro cuore, per proteggerci, non permettiamo a nulla di passare, sia in entrata che in uscita.

Possiamo perdere molte occasioni, anche di crescita, perché la diffidenza ci allontana e non ci spinge ad andare oltre quella linea sottile che ci divide dagli altri.

Ovviamente ognuno con i propri dubbi, i propri timori e con pochi slanci sinceri, a “cuore aperto”, verso lo sconosciuto o addirittura verso l’amico che c’è di fronte.

Certo il suo tesoro avrebbe brillato attraverso i suoi occhi, il suo sorriso, il suo cuore, le sue parole, se solo lei glielo avesse permesso.


La paura è il nostro peggior nemico, è una calamita che attira verso di noi tutto ciò che ci spaventa.

Ci blocca nelle azioni, ma anche nelle emozioni, non ci permette di esprimere tranquillamente quello che sentiamo. Abbiamo paura dei giudizi, paura che qualcuno non ci ami più per quello che effettivamente siamo.

Spesso vogliamo tenere tutto sotto controllo per paura di perdere il nostro potere, il nostro avere, dimenticando di essere padroni e ricchi di qualcosa, che nessuno ci può rubare, perché appartiene solo a noi.

Riconoscendo in noi questo grande tesoro, percependo questa nostra forza, che è sempre lì, soprattutto nei momenti più tristi, riusciremmo a venirne fuori, evitando a noi stessi tante tensioni, malanni e dolori!

Non siamo qui forse per vivere, per imparare a destreggiarci, anche quando continue sfide cercano di sbarrarci la strada?


Giorgia si lancia sulle dune insieme ai bimbi, gira su sé stessa, fa capriole, corre, perde l’equilibrio, cade, si rialza, lancia un ululato, ride a crepapelle. Ride come da tempo non faceva più, in una girandola di emozioni scoppiettanti.

Si sente bene dentro. Il suo sguardo distribuisce tanti grazie in ogni direzione, abbraccia e coccola ogni bambino che la circonda ed è immensamente grata per quell’incontro così straordinario e pieno d’amore.

Ormai esausti si lasciano cadere tutti insieme su quel soffice letto di sabbia. Ancora si ode qualche risatina sommessa e qualche pacca divertita arriva sul primo che capita.

Chiudono gli occhi e si lasciano accarezzare dal vento ora più fresco.


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Giorgia è commossa, raggiante, come se il suo sole si fosse finalmente riacceso e apre gli occhi felice.

Che sorpresa! Appaiono le stelle in un cielo senza nubi, di un blu intenso, che le sembra di poterlo toccare con un dito.

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Lentamente le immagini svaniscono e si rende conto che è tornata a casa. A casa, ma anche a casa con sé stessa, finalmente si è ritrovata.

Ringrazia dolcemente di esserci e si stringe in un forte abbraccio pieno d’amore per sé stessa e per ciò che ha intorno, giorno dopo giorno.

In fin dei conti la vita è una meraviglia da scoprire, con sorprese belle e brutte, ma comunque una scuola per crescere migliori, gli uni con gli altri, alla luce di una nuova alba per tutti! Nei momenti peggiori qualcosa di buono c’è sempre, basta saperlo vedere.

E poi…Tutto andrà bene! ♥


Il vero atto di scoprire non consiste nel trovare nuove terre, ma nel vedere con occhi nuovi.

Marcel Proust

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I disegni sono di Giovanna Ferrari

 
 
 

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